sabato 30 gennaio 2010

Le carezze fanno bene


I nervi del tatto:
come si trasmette
l'impulso delle carezze



La scoperta è di un gruppo di neuroscienziati capeggiato da Francis McGlone dell'azienda britannica Unilever, in collaborazione con l'Università svedese di Gothenburg e l'Università Usa del Nord Carolina.
Ebbene i neuroscienziati hanno scoperto cosa c'è alla base del misterioso potere di una carezza: studiando le reazioni nervose di un gruppo di volontari, gli scienziati hanno trovato i nervi C-tattili, uno speciale gruppo di fibre nervose disposte su parti del corpo che siamo soliti sfiorarci o lasciarci carezzare e che consentono al cervello di sentire il piacere, carico di affetto, delle carezze.
Le fibre C sono di fatto importantissime, per mediare le relazioni affettive mamma-figlio o tra i partner, ma spiegano anche perché ci piace molto prenderci cura di noi, magari con un massaggio, o stendendo sulla pelle una lozione idratante dopo la doccia.
I ricercatori hanno sfiorato la pelle dell'avambraccio dei volontari con tocco via via di velocità diversa ed hanno scoperto il nuovo gruppo di fibre nervose, osservando che queste si attivano solo quando lo sfioramento sulla cute corre a una velocità tale da essere avvertito come piacevole. La velocità ottimale delle carezze è 4-5 centimetri al secondo.
Importantissima linea di confine tra noi e il mondo, la cute è cosparsa di innervazioni di vario tipo che permettono al corpo di sentire ciò che è fuori di noi e di proteggersi dal pericolo. Fondamentali, e molto studiate dai neuroscienziati, sono le fibre che percepiscono gli stimoli dolorosi: è grazie a loro, per esempio, che sappiamo ritrarre immediatamente la mano da un corpo caldo per non scottarci. Ma non c'è solo il dolore, anche l'affetto, provato sulla nostra pelle, è fondamentale. Non per niente già i nostri cugini scimpanzè usano 'carezzarsi' tra loro per 'pulirsi' il pelo. Non a caso stiamo ore a massaggiarci e l'affetto di una mamma per il proprio neonato passa anche per le carezze del corpo.
Non solo, i neuroscienziati hanno scoperto che l"occhio attento di 'Madre Natura'", in assoluto rispetto delle regole darwiniane dell'evoluzione, ha disposto queste fibre non su tutto il corpo, ma solo sulle parti adatte a ricevere carezze: è impensabile che simili fibre del piacere tattile siano sul palmo della mano perché questa ne risulterebbe sempre 'distratta' e non riuscirebbe a svolgere i suoi importantissimi compiti di afferrare, muovere, spostare.
Le fibre tattili del piacere, dunque, sono solo dove servono e dove non creano interferenze percettive.
E sono indispensabili non solo perché mediano l'affetto di cui sono gravide le carezze ma anche perchè servono a 'invogliarci' alla cura di noi stessi.
La scoperta di queste fibre getta infatti un'affascinante luce sul perché trascorriamo così tanto tempo prendendoci cura del nostro corpo con massaggi, lozioni e creme da stendere sulla cute. Oltre all'indubbio beneficio fisico, la verità è che proviamo piacere da quest'azione.
(fonte internet)
Grazie