sabato 13 giugno 2009

Viaggio nel corpo umano:

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LA VISIONE

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Il cervello legge le immagini inviategli dagli occhi mettendo insieme una serie di immagini dello stesso oggetto "scattate" una dietro l'altra dalla retina, permettendoci di vedere l'oggetto e anche di 'anticiparci' come lo vedremo negli istanti successivi (a spiegare questo meccanismo è David Melcher, neuroscienziato del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) dell'Università di Trento a Rovereto).

I nostri occhi compiono continui e impercettibili movimenti, poi si fermano un istante verso un punto da fissare e la retina scatta una foto. Mentre guardiamo un oggetto, quindi, la retina invia al cervello una serie di istantanee dell'oggetto tutte diverse tra loro per piccoli dettagli, perché ad ogni foto gli occhi si muovono e l'inquadratura cambia. Il cervello deve quindi essere dotato di un meccanismo di elaborazione per decodificare l'infinito numero di 'fermo immagini' che riceve e che gli pres
entano oggetti osservati da diversi punti di vista, in momenti diversi e darci così la percezione visiva.

Melcher ha compreso come funziona questo complesso sistema 'hardware' di catalogazione ed elaborazione delle immagini retiniche: sottoponendo dei volontari a stimoli visivi, il ricercatore ha osservato che il cervello tiene in memoria tutte le istantanee, aggiornando continuamente l'immagine risultante che noi percepiamo, così come un documento word del PC può essere continuamente sottoposto a piccole modifiche e il file aggiornato sovrascritto sul file precedente e continuamente salvato in automatico. L'hardware cerebrale funziona senza perdere nessun 'byte' di informazione visiva, in modo che noi percepiamo un'immagine continuamente aggiornata e siamo anche in grado di fare piccole previsioni di ciò che vedremo negli istanti immediatamente successivi.

Il cervello mette una sull'altra le istantanee retiniche e ci permette di percepire l'immagine grazie alla sua capacità di predire i nuovi dettagli visivi che gli occhi gli invieranno prima di muoversi di nuovo. Il cervello ha bisogno di tempo per elaborare i nuovi dati che provengono dagli occhì almeno un decimo di secondo, quindi senza questa capacità di fare 'predizioni', la visione 'in tempo reale' non sarebbe possibile.

sabato 6 giugno 2009

Serenità


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Quante volte ci è capitato di trovarci travolti dal ciclone?
In famiglia, al lavoro, in coppia, tra amici... in rotta di collisione con la rabbia, la frustrazione, l'amarezza... perdendo la ragione... la presenza?

Può essere capitato di perdere non solo la calma del momento, ma anche la serenità nel tempo, che in fin dei conti è il male del secolo: lo stress.
Perdere la calma= presenza non è innaturale, ma rimanere a lungo in questo stato è PERICOLOSO!!!

Tutto questo SI PUO' EVITARE... basta spostarsi al CENTRO... li esiste movimento non caos, una serena visuale a 360° di quello chi ci circonda e che NON SIAMO NOI.
Sono l'osservatore che vive nel mondo, ma NON SONO IDENTIFICATO con esso.
Sei l'unico centro del tuo ciclone, non ce ne possono essere due, quindi l'altro non esiste.
L'occhio del ciclone è la tua consapevolezza.
Essere nel tuo centro, ti da la possibilità di attingere all'inesauribile ed unica fonte di energia... TU.
Qualcuno disse "Chi è causa del suo mal pianga se stesso" vale a dire, IO SONO RESPONSABILE DI CIO' CHE MI ACCADE e questo a molti può suonare male, ma c'è anche l'altra faccia della medaglia, IO HO TUTTE LE POSSIBILITA' , DIPENDE SOLO DA ME.
Ovviamente non parlo dei bambini, loro purtroppo sono vulnerabili e rimangono sempre travolti nel giro più esterno del ciclone, a partire dalla famiglia.
Ma gli adulti, se e dico SE, sono adulti cresciuti, hanno la possibilità di arrivare al centro e osservare tutto sotto un'altra luce.

Io sono ciò che sono... così come sono... tutto il resto è vita, in cui spesso basta osservare con gli occhi di un bambino, per trasformare... senza giudizio, ne confronto.

La vita non è una competizione, siamo tutti della stessa squadra, partiamo tutti dalla pancia e arriviamo tutti nella terra... poi si può gareggiare con se stessi, ma questa è un'altra storia...

Accettare non Sopportare
Compassione non Pietà
Pazienza non Indifferenza
Chiarezza non Confusione
Semplicità non Arroganza

UNA TECNICA:
provate a rimanere presenti, immersi nel sentire le vostre sensazioni, non dico tanto almeno una volta al giorno per iniziare, poi magari col tempo può diventare la vostra MEDICINA.

P.S.
Per gli "irriducibili" della reazione immediata, quelli che partono subito prima del fischio, il tutto potrà risultare incomprensibile, ma tentare non costa nulla.

Grazie