Il luogo (Gerico, città della Cisgiordania, situata in prossimità del fiume Giordano, nel stato della Palestina) da cui essa prende l’omonimo nome, significa "profumato" e deriva dalla parola cananea "Reah". Gerico è anche pronunciato Yəriḥo, in ebraico. Un'altra teoria sostiene che il nome derivi dalla parola Yareah (luna): la teoria è sostenuta dal fatto che in quella zona veniva celebrato un antico culto della luna.
Questa pianta, perfetta metafora donataci dalla natura, simboleggia la rinascita, chiamata anche la pianta della resurrezione o dei miracoli, ha in sé qualcosa di mistico e affascinante che dipende in gran parte dalla particolarità di questa pianta e dalle leggende ad essa legate.
Secondo quanto giunto fino ad oggi dalla storia, la rosa di Jericho sarebbe originaria della Terra Santa e ad importarla sarebbero stati alcuni crociati e alcuni pellegrini, durante le Sante crociate.
La prima leggenda narra che la Vergine Maria, durante un suo viaggio a Nazareth, abbia benedetto la Rosa di Gerico donandole vita eterna e che, questo “fiore”, si nutra delle negatività di un luogo e le trasformi, per uno strano procedimento alchemico, in energie positive, invertendo dunque la polarità delle forze.
Perfino nella Bibbia viene nominata questa pianta, addirittura in relazione a Gesù, alla sua crocifissione e resurrezione. Sempre secondo la leggenda, infatti, pare che la Rosa di Gerico fiorisse regolarmente quando il Messia era ancora in vita sulla croce, ma nell’attimo stesso della sua morte seccò improvvisamente.
Misteriosamente, la Rosa ritornò a nuova vita dopo la resurrezione di Cristo e da quel momento divenne il simbolo per eccellenza della rinascita dell’umanità; per questo motivo, viene chiamata anche pianta della resurrezione.
Ma sono molteplici le leggende che avvolgono la Rosa di Gerico, come anche la sua capacità di produrre un’acqua miracolosa che dissetava i viaggiatori lungo le loro traversate nel deserto, utilizzata fin dall’antichità come rimedio naturale per i dolori mestruali e favorire la fertilità nelle donne.
Osservando la Rosa di Gerico in fase di ‘letargo’, appare senza vita, chiusa in se stessa, ma il miracolo prende forma non appena viene toccata dall’acqua. Si rimane affascinati nel vederla risorgere, tornare a vivere.
È allora, che il suo colore passa dai toni del marrone a quelli del verde intenso, il suo colore originario.
Forse è per questo che l’aurea di positività che avvolge questa pianta così speciale si è mantenuta intatta fino ai giorni nostri. In Europa, infatti, coltivare una Rosa di Gerico in casa significa propiziare la felicità tra le mura domestiche. La presenza di questa pianta, insomma, è da sempre legata a serenità, pace e resurrezione ed è simbolo di lunga vita.
Presso alcuni popoli, ancora oggi, rametti e fiori di Rosa di Gerico vengono messi in ciotole piene d’acqua in occasione del Natale o della Pasqua, in ricordo del martirio di Gesù Cristo per i cristiani.
Poiché essa custodisce i suoi semi dormienti che torneranno ad essere perfettamente vitali e pronti per la riproduzione ad ogni nuova fioritura, è quanto mai simbolo di resilienza e rinascita.
Ecco perché l’abbiamo scelta a rappresentare il progetto di “Epicentri di Rinascita”, perché mai come in questi tempi difficili, è prioritario pensare a modi di rinascere e rinnovarsi.
Perché nel cuore del suo nome risiede una K?
La K emerge dal progetto iniziale, che ha messo le sue radici sullo spirito dell’antica filosofia Kintsugi, l’arte di riparare le rotture con l’oro, per trasformare tutto ciò che si è rotto, in qualcosa di più prezioso, integrando le crepe, come cicatrici preziose, che non dimenticano il passato ma lo rendono il valore arricchente del presente e monito per il futuro.
Ripetiamo il nostro invito a partecipare al nostro progetto:
Il tuo paese ha una storia?
Una tradizione che vale la pena rispolverare e su cui costruire un progetto di Coesione e Proattività?
Hai una associazione che promuove Prospettive Motivanti?
Contattaci e insieme daremo vita ad un Epicentro di Rinascita.
Il primo progetto, avrà luogo ad Allumiere (Roma), nel cuore del Faggeto e della sua storia millenaria "Allumiere delle Sante Crociate".
Il secondo progetto vedrà protagonista un gioiello dei Castelli Romani, Marino, che con la sua storia antica sarà sede di una interessante performance di coesione.
Per maggiori informazioni, contattare la referente del progetto, la Dott.ssa Alessandra Palieri, tramite WhatsApp al 3313987822, oppure via mail scrivendo a keymethod.palieri@gmail.com
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