domenica 8 settembre 2019

Laboratori K: la RiAF Respirazione in Attenzione Focalizzata


La respirazione nei laboratori KeyMethod

Nasciamo e il primo respiro ci travolge in un universo di sensazioni, rumori, odori, contatti. Tutti i sensi si acuiscono ed altri si attivano, nel momento in cui entriamo in contatto con la realtà, al di fuori del luogo sicuro e ovattato del ventre materno.
La respirazione è il nostro primo mezzo per prendere la rincorsa nel nuovo mondo, e con quale azione lo facciamo? Un pianto.
Nel pianto la respirazione è convulsa, invoca attenzione, paura forse? Angoscia? Chi lo sa cosa prova un neonato in quell’istante, crescendo non lo ricordiamo, ma la memoria rimane ed è alla base della nostra vita; respiro = vita, non si dicute.

Esplorare la respirazione e il nostro respiro, è un viaggio che conduce sempre a scoperte di qualche parte nuova di noi, evoca ricordi, accompagna emozioni, ci propizia il sonno o ci sveglia. Ma, ci conduce sempre da qualche parte dentro di noi.
Quante volte vi siete seduti a meditare su una situazione, un problema, un bel desiderio e cosa è accaduto? Ad occhi chiusi o aperti, un respiro di quelli che solleva il petto, ha aperto la porta all’interno, la porta di quel mondo dove ogni possibilità latente, aspetta l’azione maieutica del soggetto pensante.
Questa ovvia introduzione ci conduce ad immaginare come può iniziare un training K, ma non è ovvio dove può condurvi alla fine, perché è un percorso tutto personale.
Sicuramente vi siete soffermati almeno una volta a riflettere sull’importanza del respiro, non solo per la sopravvivenza fisica, ma per le facoltà mentali dell’uomo, come è dimostrato tramite Elettroencefalogramma (EEG); qui si vede bene come rallentando il respiro, aumentano le onde lente Alpha, tipiche del rilassamento e diminuiscono le onde Beta presenti negli stati di veglia/allerta.
Un cervello poco ossigenato elabora più lentamente, un cervello iper-ossigenato si attiva in allerta, un cervello guidato con la RiAF Respirazione in Attenzione Focalizzata verso il ritmo delle onde Theta, apprende meglio, argina lo stress, permette l’elaborazione di nozioni creative da utilizzare una volta riportato il respiro e l’attenzione, alla soglia di veglia/azione.
Il respiro scandisce il ritmo, così come in un’orchestra, e tutto si adegua ad esso.
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Da esso dipendono molte funzioni superiori del cervello, la velocità e la profondità delle inspirazioni influenzano le emozioni, l’attenzione, l’eccitazione, lo stress, il sonno, come una sorta di freno o acceleratore dello stato di attivazione della coscienza.
Ecco che nel training K, tutto si può rigenerare e potenziare mediante la modulazione delle funzioni organiche, come regolare il ritmo cardiaco e la temperatura, azione che le neuroscienze riconoscono al potere sedante che ha il respiro sul sistema nervoso; nessun’altra funzione vitale può essere controllata volontariamente come il respiro.
Così, quando manipoliamo il nostro respiro, agiamo sulla sua centralina posta nell’area del tronco encefalico, dove si innesca il maccanismo con il quale, gestendo la respirazione in un modo specifico, siamo anche in grado di regolare le emozioni.
Nel Mental Training, la respirazione ha un ruolo cardine e modifica la consapevolezza della persona, nei confronti di un atto che prima era per lo più involontario e lo trasforma in strumento di vita, abilitazione sensoriale, potenziamento, riabilitazione.
La RiAF, è il primo apprendimento, e rimane il focus di partenza per ogni training; viene vivamente consigliato alla persona, di ripeterla più volte al giorno, in modo da sviluppare un meccanismo automatico, un ancoraggio, allo stato di coscienza in cui l’attenzione è focalizzata verso l’interno, in specifiche frequenze cerebrali. Così si diventa abili ad avviare sempre più efficacemente e velocemente, il processo di controllo o rilassamento.
In sintesi, la formula finale è:

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CONTATTI:
Dott.ssa Alessandra Palieri – Cell. 331 398 78 22 – Mail: keymethod.palieri@gmail.com

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