giovedì 7 aprile 2022

7 K Woman e la stagione della conoscenza…conoscersi per prepararsi

 

Gli occhi: sono veramente lo specchio dell’anima?

Per vedere l’anima negli occhi, si dovrebbe essere ad un tale livello di crescita spirituale, che dubito fortemente sia possibile alla quasi totalità delle persone ma, procediamo…

 “…E siccome un’aura o un eco rimbalzando da un corpo saldo e solido è riportato colà donde si è partito, così l’effluvio del bello ritorna di nuovo al bello per mezzo degli occhi che sono la via dell’anima, col ritornare e dar vita alle ali nel suo passaggio…” 

Platone - Fedro, Dalbono, 1869.djvu/69

Questa è la vera affermazione nata da Platone, da cui si evince ben altro significato da quello semplicistico che si tramanda; è l’abitudine umana di trasformare a calzare quanto ci è più congeniale e facile, a dispetto della vera essenza di quello che è stato il messaggio in origine.

Mi sovviene il gioco del passaparola…

Il senso che gli conferisce Platone, non è facilmente sviscerabile, servirebbe una disquisizione filosofica per analizzarla ma, si comprende già alla prima lettura che “l’effluvio del bello ritorna di nuovo al bello per mezzo degli occhi che sono la via dell’anima ben altra cosa è da uno specchio in cui in realtà si proietta chi osserva “…non sa dirne la causa perché egli non comprende che si rimira nel suo amante come in uno specchio…”

Sulle affermazioni che si tramandano di generazione in generazione gli occhi sono lo specchio dell’anima, non sanno mentire, rivelano tutto di noi, possiamo avere qualche dubbio?...ditemi, quanto volte siete state in grado di non essere ingannate da una lettura errata di questi organi di senso?

Questo perché gli occhi senza il contesto non dicono nulla, se non quello che noi interpretiamo secondo il nostro bagaglio di esperienza.

Il punto è che noi non guardiamo gli occhi, ma l’insieme del viso, del corpo e della voce, delle azioni che si muovono in relazione a noi; solo così gli occhi possono parlarci veramente ma di quello che noi percepiamo.

Facciamo un giochino così ci capiamo.

Non credo sia difficile notare l’enorme differenza tra l’occhio e l’insieme in cui è racchiuso e comunque, mancando l’espressione della metà del viso con la bocca, non possiamo essere certi di interpretare cosa dicono questi occhi.

Possiamo quindi rivedere la frase iniziale e riflettere su quanto sia importante pensare alla persona come a una monade spirituale, anima, che va ben oltre i suoi occhi; mi chiedo che analisi errata si potrebbe fare analizzando gli occhi di un soggetto ipovedente…

Negli occhi degli altri possiamo vedere ciò che i nostri occhi possono vedere, tanto che per imparare bene cosa dice l’intero viso di una persona, ci sono dei corsi appositi in cui si studia persino l’anatomia del viso, muscolo per muscolo, per poterne cogliere il contrarsi secondo i canoni delle emozioni principali (Paul Ekman pioniere nel riconoscere le emozioni attraverso le espressioni facciali).

Da qui entriamo sulla soglia di una prima conoscenza di questi magnifici organi di comunicazione.

Il contatto oculare è la prima fonte di comunicazione con la mamma, durante l’allattamento il bambino mantiene lo sguardo fisso negli occhi della mamma, senza battere le ciglia, ipnotizzato dalla suzione e da quel contatto visivo che crea un circuito gratificante e nutriente.

Quando si guardano gli occhi di una persona, si hanno delle aspettative inconsce molto condizionanti, dipendenti dal sesso e dall’età. Se sono di donna in età fertile, ci si aspetta maggiormente dolcezza, calore, accoglienza, malizia, invito; se di uomo adulto, forza, sicurezza, passione, desiderio, ammirazione.

Ma, se guardiamo nonna o nonno? Certo il quadro cambia, così se guardiamo gli occhi di un figlio o di un nipotino.

Ecco che gli occhi sono il riflesso delle nostre proiezioni sull’altro, tanto che se l’interlocutore non ci guarda direttamente, sappiamo già farci un’idea approssimativa della sua personalità, tanto da dire a volte “Quella persona non mi piace a pelle, non che ci abbia mai parlato, ma proprio così a pelle non mi piace”. Perché non è dagli occhi che capisci la persona, salvo che, non ci sia un rapporto di amore o un evento forte da accendere una forte emozione.

Gli occhi hanno un loro linguaggio, ma è facile farci ingannare dagli alleati che hanno intorno a loro, intendo tutti gli altri apparati anatomici del viso e del corpo.

È molto interessante imparare a parlare il linguaggio degli occhi, si può generare rapport, empatia, comunicazione, interazione, compliance, alleanza, e tutta la serie interazioni importanti.

È altresì affascinante soffermarci su cosa accade nella trasmissione dell’immagine alla corteccia frontale; un complesso processo fisiologico-analogico-sensoriale e poi logico. Si, anche una rapida occhiata, attiva una complessa elaborazione di input, reazioni fisiologiche e valutazione archivio in memoria, tutto in pochissimi millisecondi (per conoscere di più https://www.amedeolucente.it/meccanismo-della-visione.html).

In sintesi, la visione accade in relazione all'interazione tra il soggetto e l’ambiente, tutto tradotto dai nostri sensi e dall’istinto.

A proposito di sensi, la vista è tra i sensi più attendibili, ci parla ancor prima che una persona si avvicini a noi, è l’organo che ci parla prima delle parole, elabora gli input della persona che si sta avvicinando e quando sarà entrata nella nostra prossemica sociale, si saranno già create le basi dell’interazione sociale, che sia amichevole o di difesa.

Per quanto detto fin qui, convenite che è importante imparare il linguaggio visivo, non solo nella comunicazione, ma come strumento di salvaguardia di se stessi…stai aspettando l’ultimo autobus alla fermata, sei solo è notte vedi una persona che ti guarda, questo ti suscitare sensazioni di allerta, esplori la situazione solo con gli occhi e ti senti più rilassato quando questo individuo distoglie lo sguardo da te e si allontana…

Questo esempio ci mostra come la nostra interpretazione del significato dello sguardo di un altro è, ovviamente dipendente da un numero di fattori contestuali antecedenti, concomitanti e anticipati, che mettono in gioco non solo la vista ma anche il linguaggio non verbale e l’ambiente in cui ci troviamo.

Inoltre, il comportamento verbale e non verbale, perfeziona la nostra analisi e può cambiare decisamente la nostra reazione in moltissime situazioni in cui non sappiamo bene come agire.

Questa premessa annuncia come la formazione di chi si dedica alla conoscenza delle proprie risorse, sia costruita su un background molto ampio e ricco di interessanti applicazioni nella quotidiana occupazione umana.

Nei Laboratori K Woman, scopriremo come apprendere l’arte di guardare e guardarsi per conoscersi sotto un’altra dimensione.

Percorso K Woman; per conoscere le modalità di adesione, scrivere alla Dott.ssa Palieri:  mail keymethod.palieri@gmail.com - Whatsapp 3313987822

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